giovedì 31 dicembre 2015

Virgilio d Oro.

Principalmente per Aiste che, causa i miei singhiozzi (di gioia, nè! perchè lo sapevamo solo io e Manuela Pasquali) non aveva capito un emerito piffero sino alla penultima riga, ma anche per coloro che non erano presenti oggi a Palazzo Te...
Ma pure per quelli presenti che, causa i singhiozzi della vicina (sì, non parlo, ma ho gli occhi anche dietro) non avessero recepito interamente il messaggio...
Virgilio d Oro.
Premessa: la lettrice, Manuela Pasquali, legge il sottostante testo in nome e per conto del sottoscritto, Marco Sguaitzer, onde evitare qualsiasi fraintendimento…
Oggi è un giorno speciale.
Questo riconoscimento non è per Marco, ma significa una sonora sberla alla stronza ed a tutto
ciò che essa rappresenta.
L impotenza fisica esiste per coloro i quali ne vogliono essere succubi.
La mente può tutto (beh, quasi, dobbiamo apprendere a rigenerare le cellule malate, ma la
ministra non consente neppure di usare le staminali, meglio arrangiarsi e tentare con il potere
della nostra mente, và...).
Sin dall inizio ho lottato, prima incredulo per essere il *fortunato* su 50000 a ricevere questo
*dono*, poi, una volta raggiunta l accettazione (credetemi, non giunge da un giorno all altro, è
dura mandar giù il rospo) ho reagito.
Ho pensato di essere un *normale*, come voi, soltanto con il vizio di scrivere con gli occhi...
Il non poter muoversi, camminare, mangiare, bere, guidare, andare in bici, farmi un bagno,
grattarsi, correre, abbracciare, baciare, dormire a pancia in giù (e mi fermo qui per non
sembrare un lamentini) le considero *emergenze temporanee*, tanto sono convinto di guarire,
prima o poi (tant mei prima, potessi scegliere, sette anni di purgatorio mi sembrano
sufficienti)...
Purgatorio, sì, l inferno è un altra cosa.
In fondo, faccio una vita agiata, mi sveglio quando voglio, dormo nel momento in cui mi sento
stremato, non lavoro, non mi debbo preoccupare del cibo (cucinare, spesa, lavare piatti,
sparecchiare sono atti nel dimenticatoio, ormai), oltre al mio corpo immobile non ho limiti, nè
barriere, sento Amore, provo Amore, viaggio ovunque, con il libro e la fantasia, mi sogno
sempre sano, deambulante...
Sì, molta, ma molta gente sta peggio del sottoscritto, perchè lamentarsi?
Dediche. Capitolo d obbligo, al ritiro di cotante premio in questa ambientazione Ducale...
La prima persona è scomparsa un paio di mesi fa.
Chattavamo senza compatirci, tra una sua chemio e l altra.
Ci conoscemmo personalmente una sola volta, era estate, e lei era più spumeggiante dell
aperitivo del Venezia tra le sue mani. Entrambi festeggiavamo, ed il momento era stato magico.
Si allontanò con un pretesto, confessandomi, in una chat successiva, che l emozione la stava
sopraffacendo, e non voleva la vedessi in lacrime...
Cara Paola, un giorno ti spiegherò che il vero Re (Duca, pardon) dei piansìna sono IO!
Il secondo se n è andato 13 anni fa.
Se trovo il tonto che disse *il tempo lenisce le ferite* probabilmente divento miracolato per un
istante, giusto il tempo di rifilargli un cazzotto nello stomaco, per capire quanto tempo gli
servirà a lenire QUELLA ferita (pàndol).
Eravamo cane e gatto, lui chiuso, io spalancato, lui perseverante, io l incostanza in persona, lui il
boss, io al sotcaldèra...
Ci univa la passione per lo Sport, il calcio (non mancava, con mamma, neppure ad una sola mia
partita), e lo sci.
Mi aveva messo gli sci a quattro anni, siamo stati in qualsiasi località turistica vi venga in mente,
da Campiglio al Tonale, da Cervinia a Bressanone, anche se la sua meta favorita era la Val
Gardena (più krukki erano, meglio stava, forse perchè, schivo com era, non parlando che italiano
e dialèt mantuàn, con due parole risolveva la questione...)
Partiva in solitario all alba del sabato, si cuccava i Quattro Passi sugli sci, e tornava la sera, come
se niente fosse... Altri tempi, altra tempra...
Caro papà, ti dedico questo riconoscimento perchè, con tante delusioni che hai dovuto
sopportare quaggiù, spero che una soddisfazione ti renda finalmente orgoglioso di me.
La terza ed ultima dedica è per la personcina al mio fianco.
Ha rinunciato alla sua famiglia, alla sua patria, ad un lavoro sicuro per starmi al fianco nel combattere
la malattia, avendomi conosciuto sano.
Praticamente, una pazza!
Lei si è impuntata sul viaggio in Vietnam, per tentare la via delle cellule staminali.
Senza di lei non so, quando abbiamo deciso di seguire la strada della tracheostomia, se avrei
deciso di andare avanti.
Lei ha imparato tutte le tecniche di sopravvivenza, di gestione dei macchinari, di nutrizione, di
vestizione (pensate sia semplice vestire il sottoscritto, 70 kg. di pelle e ossa, i cui movimenti
sono pari a quelli di un cadaverino, con oltretutto un tubo in gola?)
Non fosse ciò sufficiente, la sveglio quattro o cinque volte a notte (ci credo che ha imparato a
convivere, dormendo, sia con lo stantuffo del rerpiratore, sia con il ticchettio irregolare della
tastiera del comunicatore, lè stravolta, puvrìna...)
Per riconoscere ad Aiste quel che è di Aiste ho quindi preso una solenne decisione...
Bebe, otto anni di Vita, sopravvivenza e lotta insieme mi hanno fatto capire che senza la tua
presenza non sopravviverei una sola settimana...
La Vita ci ha fatto conoscere non per caso, abbiamo imparato ad amarci per quello che siamo (a
me è costato pochissimo...), ci completiamo, capisco che non posso offrirti un futuro di viaggi,
vacanze, cene, abbracci e baci appassionati, passeggiate romantiche, sport...
Ormai hai capito cosa ti aspetta, se accetterai di vivere al mio fianco i pochi o tanti anni a
venire...
Vorrei tanto inginocchiarmi, ora, ma:
A) Non ne sono capace.
B) Ci vorrebbe una gru, per rimettermi in carrozzina.
C) Sono codardo e vigliacco, lo faccio fare ad una persona di cui ti fidi ciecamente, ben sapendo che, schiva come sei, in cuor tuo mi ammazzeresti per avertelo chiesto davanti alla moltitudine…
Bebe, vuoi diventare mia moglie?